TUBI IN GRES A DOCUMENTA 14

Dal 10 giugno al 17 settembre 2017 la città tedesca di Kassel è ancora una volta il centro del mondo dell’arte con la mostra internazionale Documenta. Nata per la prima volta dopo le devastanti conseguenze della seconda guerra mondiale con l’intento di reinserire l’arte moderna nella società, Documenta si svolge da allora ogni cinque anni ed insieme alla Biennale di Venezia, è la rassegna periodica più importante nel sistema dell’arte contemporanea.

Per ogni esposizione viene nominato un curatore diverso. Quest’anno, il polacco Adam Szymczek ha scelto come tema conduttore “Learning from Athens” e come si evince dalla dichiarazione d’intenti della nota stampa “chiedendo ai visitatori di Documenta di seguire una strada simile ai suoi creatori, le mostre in visione in ogni città li invitano anche a prendersi del tempo, permettendo una pausa durante il viaggio tra le due postazioni. La mostra diventa così un agente di cambiamento e un’esperienza di trasformazione per il suo pubblico e i partecipanti in entrambi i luoghi, e oltre”.

A Kassel in Friedrichsplatz l’iracheno Hiwa K ripropone il tema dell’accoglienza nella grande installazione all’esterno della Halle, ricostruendo ambienti domestici in grossi tubi in argilla. L’artista si riferisce alla sua esperienza di profugo proveniente dall’Iraq settentrionale e ripercorre il suo cammino di rifugiato che senza soldi per permettersi una camera d’albergo aveva solo un’opzione: vivere in tubi di gres ceramico utilizzati normalmente per la costruzione di condotte di fognatura.

I 20 tubi in gres che sono stati utilizzati per l’installazione diventano quindi all’occasione una camera da letto, un bagno, una biblioteca e rendono evidente ciò che accade quando una persona non ha più nulla.

Hiwa K si avvicina all’argomento rifugiati dal punto di vista dell’artista. Trasforma i tubi in un luogo di riparo, dotato di tappeti, cuscini, radio, e anche un lavabo e lampade. È impossibile stare in piedi all’interno dei tubi, c’è solo spazio per accovacciarsi e sdraiarsi.

L’ironia, il sarcasmo, la critica sociale e il pragmatismo esistenziale della sopravvivenza si incontrano nella convergenza simbiotica. In Grecia, i rifugiati vivevano per settimane in tubi per le acque reflue sperando di poter proseguire il viaggio verso l’Europa. Aspettando e sperando in un futuro migliore, la gente ha cominciato a trasformare questi tubi in una casa.

Hiwa K che dopo la fuga dall’Iraq ha trovato casa a Berlino ha vissuto in prima persona la condizione di rifugiato e l’ha voluta rappresentare simbolicamente in questa installazione.

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